Carlo e il cammino di santità

Storia di un cristiano straordinario nell'ordinario

Guarda i ragazzi con gli occhi di un fratello maggiore. Protettivi e incoraggianti.

Il suo volto sereno campeggia in un manifesto e sta davanti a decine di adolescenti arrivati al Santuario Mariano delle Vertighe, Monte San Savino (provincia di Arezzo). Li accompagnano e li preparano all’esperienza del “campo” i frati e le suore della Fraternità di Betania. Indossano tutti la felpa celeste dei Giovani di Betania e il sorriso di chi condivide un percorso nel segno di San Francesco e della devozione a Maria.

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Per ciascuno è un viaggio, fatto di ostacoli, curve, salite, ma anche rettilinei e discese: un cammino di santità. Il ragazzo che li guarda dal manifesto è Carlo Acutis.

Quindici anni di vita: muore nel 2006 per una leucemia fulminante che si prende il suo corpo in quattro giorni. Ma Carlo è nella luce di Gesù e nei nostri giorni con la leggerezza della sua gioia, mitezza, ma anche forza, perseveranza, umiltà, carità. E’ un faro che illumina il mondo parlando di Gesù e di come sia vivo nell’Eucarestia.

E’ sorprendente la storia di Carlo, un ragazzo che vive la santità

cui tutti siamo chiamati nell’ordinario e lo fa fino in fondo, senza riserve, col suo Eccomi, convinto e totale. “Da piccolo raccoglieva fiori e li portava a Maria, tirava baci a Gesù e a sette anni, dopo la Comunione, ogni giorno non si è perso la Santa Messa; si confessava una volta a settimana. Diceva: se sto davanti al sole posso abbronzarmi, ma se sto davanti a Gesù, se sto con lui, divento santo”, spiega la madre Antonia e la sua testimonianza racconta di un figlio che nei pochi anni di vita ha messo al primo posto Dio ripetendo: “Non io, ma Dio. Non per amor proprio ma per amor di Dio”.

linkiostrovivo-magazine-carlo-acutis-santuario-mariano-vertighe-toscanaNel suo cammino di santità ha avuto il coraggio e la perseveranza di spostare lo sguardo dal basso verso l’alto e in questa immagine riassumere il concetto di conversione dei cristiani. Carlo era un un ragazzo normalissimo con tanti amici, innamorato della vita, esperto di internet che ha usato per fare del bene, per fare apostolato e diffonderlo nel mondo. E così è stato perchè la sua vita è conosciuta dall’Australia all’America, dalla Russia al Brasile e il suo esempio conduce tante persone a Gesù. La Chiesa lo ha dichiarato Venerabile riconoscendo l’eroicità delle sue virtù.

Carlo è un modello di santità dei giorni nostri, quasi il santo della porta accanto

ma la sua straordinarietà sta nell’aver saputo capire e interpretare in profondità la chiamata per ogni cristiano, perchè “Dio ci vuole tutti santi”.
Come a ogni ragazzo della sua età gli piacevano i videogiochi “ma aveva compreso la pericolosità dell’uso frequente, aveva compreso che questi mezzi vanno dominati, non diventarne schiavi; per questo si era imposto una sola ora a settimana; inoltre teneva un quaderno in cui si dava i voti sul suo comportamento con gli amici, con i genitori, con i professori, con le persone che incontrava, perchè era desideroso di migliorarsi, sempre”, racconta la madre che del figlio svela anche la propensione alla carità: “A Milano ci sono molti clochard; lui risparmiava i soldini e correva a comperare sacchi a pelo; lasciava da parte un po’ del suo pranzo, lo conservava in contenitori e lo portava alle persone che vivevano per strada; faceva apostolato sotto casa, tra gli indigenti, gli emarginati”.

Il suo motto era:

“Tutti nascono originali, molti muoiono fotocopie”

e qui sta la grandezza di questo ragazzo che si è fatto portatore di luce. Diceva: “L’Eucarestia vi farà santi, la Messa è la nostra salvezza”. E ancora: “L’anima è come una mongolfiera, quando si gonfia comincia a salire ma per farlo ha bisogno del fuoco e di scaricare le zavorre che sono i peccati veniali. Il fuoco che alimenta l’ascensione è la confessione”.

Il costante esercizio alla santità fa di Carlo Acutis un modello luminosissimo per tanti giovani che possono identificarsi in ciò che lui ha vissuto e in come lo ha vissuto. Camminare con lui significa concentrarsi su Gesù e non lasciarsi distrarre dai rumori e dalle piccole cose del mondo perchè “ogni minuto che passa, è un minuto in meno per santificarsi”.

Carlo aveva capito che la vita vera non è sulla terra ma in Cielo. La chiave per guadagnarsi il Cielo è rispondere alla chiamata di Gesù alla santità. “Carlo diceva che la vita è un dono e bisogna lavorare sulla terra per raggiungere la beatitudine in Cielo e l’Eucarestia è l’autostrada verso il Cielo”. Restava a lungo in adorazione davanti al Tabernacolo perchè “lì c’è Gesù vivo e nell’Eucarestia è presente dentro di me, nel mio corpo”. Comunione e trasfigurazione perchè “ogni volta che facciamo la Comunione, non siamo più le stesse persone, anche se non ce ne accorgiamo”. Gesù opera in noi e ci trasforma.

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Con il computer e internet Carlo ha portato Gesù ovunque, insieme a una mostra dedicata ai miracoli eucaristici nel mondo, da Lanciano, al Brasile, alla Polonia, che ha curato nei minimi dettagli e sulla quale il Vaticano ha posto attenzione.

Carlo è salito al Cielo il 12 ottobre 2006: nella Messa d’inizio anno a Milano “si è soliti ‘pescare’ in un cesto i bigliettini con i nomi dei santi che ci accompagneranno durante i dodici mesi. Carlo che trovava sempre i nomi di Gesù, Maria, Dio, quell’anno pescò il nome di San Alessandro Sauri, barnabita. Il santo si festeggia il giorno che Carlo è morto e davanti all’ospedale dove era ricoverato c’è la chiesa che custodisce le reliquie di San Alessandro Sauri. Carlo diceva che Dio lo aveva preparato e quando gli chiedevi se soffriva lui rispondeva di no perchè c’è chi stava peggio”.

I giovani di Betania ascoltano rapìti da tanta bellezza e purezza e alla fine della testimonianza, rivolgono ad Antonia alcune domande; un ragazzo le chiede se lei è arrabbiata per la perdita di Carlo. Lei non ha esitazioni: “No, l’ho accettata perchè è la volontà di Dio. Dopo la morte, una sua cara amica continuava a domandare perchè Dio non avesse preso suo nonno di 94 anni anziché Carlo. Era arrabbiata, continuava a piangere. Carlo le è apparso in sogno dicendo: smettetela di piangere, basta. Io sono felice in Paradiso”.

Antonia non è più la persona di prima; Carlo ha cominciato a cambiare la sua vita quando, fin da piccolo chiedeva con insistenza di Gesù e continua a farlo dal Cielo. Anche lei è in cammino. Parla di suo figlio ai tantissimi ragazzi che incontra, di come si può essere santi a quindici anni, di come custodire il dono della vita e ringraziare Gesù per ogni istante, ogni respiro, ogni sguardo verso il Cielo.

Niente di più necessario e magnifico per me, di un pomeriggio ad ascoltare la storia di Carlo Acutis, nel giorno dedicati a tutti i Santi.

Foto di Carlo Acutis tratte da https://www.carloacutis.com/it/association/biografia

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