In Corsica lungo un sentiero tra aria, acqua, terra e fuoco
Acqua, aria, terra e fuoco. Oggi Gesù mi ha fatto un regalo strepitoso! Corsica del sud, punta estrema che guarda la Sardegna. In mezzo, un braccio di mare che da un lato è mediterraneo, dall’altro abbraccia la Spagna. Il confine tra cielo e terra, tra aria e acqua qui non esiste: tutto si regge in un equilibrio naturale perfetto. Armonia pura.
“Via lucis” è scritto su un cartello di legno ai margini della strada che da Bonifacio porta ad Ajaccio. Una piccola via cominica a salire inerpicandosi tra rocce e macchia mediterranea. E mentre salgo lo sguardo è rapito dalla distesa blu cobalto del mare che a ogni tornante diventa più grande, immensa, mozzafiato. In cima alla salita si staglia una chiesetta con l’oratorio de Notre Dame de Tibhirine e una croce piantata sulla vetta più alta della montagna di rocce che sembrano sospese nel vento eppure ben piantate sulla terra.
Rocce lisce, levigate dal tempo, dall’aria, dall’acqua, che cambiano colore a seconda della luce del sole: rosa, grigio chiaro, color sabbia. Aria, acqua terra e fuoco. C’è anche il fuoco nell’armonia che respiro a pieni polmoni, desiderandone ancora, sempre di più, desiderando che non finisca mai….
Il fuoco è la passione per la bellezza che posso sentire, vedere, toccare, qui e ora. E’ la passione che accende i sensi e mi fa sperimentare una prova. Come nella vita.
La luce è la Croce: la prova è il cammino verso la luce
E’ un concetto semplice, ma al tempo stesso rivoluzionario. La Croce indica da che parte andare e, qui, contrassegna piccoli altari in pietra e percorsi da attraversare in preghiera, parlando con Gesù. Un luogo sublime, dove si tocca la perfezione che non viene dalla terra e dagli uomini, ma dal cielo e da Dio.
L’eremo domina il mare e da quassù l’orizzonte prende altri colori, forme, significati. Il vento danza tra lecci e querce secolari, olivi selvatici, cespugli di mirto che impregnano l’aria di un profumo intenso, pervasivo, avvolgente. Dall’eremo si diramano tre sentieri che si snodano lungo la costa.
Ne prendo uno e mi addentro in una stradina che attraversa piccoli boschetti e poi svetta su rocce dilavate che compongono una sorta di scalinata, irta. Salita, fatica, come nella vita. Bisogna stare attenti a dove mettere i piedi per non cadere, come nella vita; bisogna usare prudenza e coraggio, come nella vita; ma ne vale la pena.
Il profumo di mirto mi accompagna e il vento lo diffonde ovunque raccontando la storia di questo luogo di beatitudine e di bellezza sconvolgente. Incontro una roccia che sembra una grotta: l’aria, l’acqua, la terra e forse anche il fuoco, l’hanno plasmata nello scorrere del tempo fino a farla diventare un antro dove trovare riparo, immaginando il cammino di un viandante. Come nella vita.
A ogni piega del sentiero il panorama che si apre davanti a me non ha eguali
Il sole esce da una nuvola e “accende” le scogliere bianchissime di Bonifacio: un contrasto meraviglioso col blu del mare… il paese, un tempo enclave, roccaforte dei genovesi che qui hanno dominato a lungo prima di vendere l’isola alla Francia, dal mio punto di osservazione sembra sospeso tra cielo, terra e mare. Tutto sta in equilibrio, armonia pura.
“Zummo” con il telefonino sulle case di Bonifacio per cogliere i dettagli di un luogo magico, unico, che solo qui in Corsica si può immaginare e incontrare. Cerco di scoprire se da quassù si intravede anche il “fiordo” che taglia in due le enormi ed austere pareti bianche di falesie… La foto rende l’idea ma osservare tanta meraviglia con gli occhi sgranati dallo stupore è una sensazione incredibile, tutta da vivere.
Il profumo di mirto mi insegue e il vento mi prende a braccetto: il sentiero si ripara dal sole rientrando in un piccolo boschetto dove sono evidenti le tracce del passaggio dei cinghiali. Bacche rosse di ginepro, cespugli di rosmarino selvatico resistono al tempo e all’altitudine, sono qui a presidiare un lembo di paradiso.
La piccola stradina tra le rocce finisce sulla scogliera che domina il mare, come la prua di una nave. Destinazione: l’infinito.
