La potenza di un chicco per coltivare la salute

Il segreto del benessere sta in un seme di grano ... Bio!

Cereali, legumi antichi e un mulino a pietra: è Podere Pereto

Un chicco in tasca. Poi nella mano: è piccolo e nero ma racchiude un potentie elisir di benessere. Nutrire la salute è la mission che mi sono data nella mia seconda vita, dopo il tumore: scoprire, raccontare, valorizzare ciò che è sano, lavorato senza imbrogli, con passione e coraggio.

“Coltivare la salute”, nutrirla per custodirne l’integrità più a lungo che si può, è il mio progetto.

E comincia da un viaggio per spiegare che mangiare bene e sano è il primo atto di prevenzione contro le malattie, che quando arrivano poi … sono problemi!

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E’ un progetto anzitutto culturale e di educazione alimentare 

alla scoperta di aziende del territorio che rispettano la biodiversità ambientale e lavorano la terra come fosse la cassaforte di una vita energica e in buona salute. Noi possiamo fare molto per custodire l’integrità del corpo, ogni giorno e cominciando dalla tavola. Meglio mangiare sano prima, che prendere le medicine dopo o finire sotto i ferri, o ancora in sala chemio

Come ogni viaggio, si parte da un luogo anche se non c’è una meta precisa. Ma niente è per caso: i profumi d’una sera d’estate, la curiosità di scoprire la notte di Calici di Stelle mi ha portato a Serre di Rapolano. Nella piazzetta del borgo dove svetta un castello medievale incontro … un chicco nero.

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Sta nel palmo della mano di Barbara che lo esibisce con orgoglio: è l’ultimo arrivato nell’azienda Bio Podere Pereto, a Rapolano Terme, nel paesaggio – unico al mondo – delle Crete Senesi.

Barbara lavora da anni in una realtà pensata e voluta come un ciclo completo: dalla terra, alla tavola, tutto seguendo una filiera cortissima perchè ogni fase avviene all’interno degli ettari del Podere coltivati a cereali, legumi, grani antichi.

“L’azienda si muove come in un cerchio perchè semina, coltiva, trasforma in modo edibile le materie prime, poi le trasforma una seconda volta per renderle vendibili”.

Esempio pratico di ciò che accade a Podere Pereto: chicco di grano, pulitura del chicco, sfarinamento con mulino a pietra, forno, insacchettamento, etichettatura e vendita. Filiera cortissima, tutto tracciato e certificato Bio. Una storia lunga trent’anni, inziata in Lombardia con l’idea di Franco, il proprietario di Podere Pereto, di “coltivare materie prime di qualità e di farlo in un luogo sano, in un posto pulito”, spiega Barbara mentre tiene d’occhio il banco di degustazione ricco di prodotti dell’azienda, dolci e salati, che attirano la curiosità (e la golosità) dei buongustai.

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Percorso simile a quello dell’azienda agricola Podere del Pereto e Birrificio agricolo La Stecciaia: Franco Bordini e Claudio D’Agnolo, entrambi lombardi, entrambi innamorati della Toscana e di cose sane. Alla fine, sono pure vicini di casa e collaborano in numerose circostanze. Davvero niente è per caso.

Perchè proprio la Toscana? “Perchè è ancora un luogo pulito e noi avevamo intenzione di fare un’agricoltura sana, fondamentale per custodire la salute”

ribadisce Barbara. Il paradosso è che oggi proprio la Lombardia è una delle regioni dove i prodotti di Podere Pereto sono richiesti. Altra particolarità: stop all’uso di zucchero nella pasticceria di Podere Pereto che “nasce su principi molto salutisti”, sostituito da “succo d’agave, miele o zucchero di cocco a bassissimo contenuto glicemico e adatto anche ai diabetici”.

linkiostrovivo-magazine-grani-antichi-podere-pereto-bio-crete-senesiGrani antichi e una varietà molto ampia di legumi ai quali si aggiunge la mission di Franco e Barbara: ricercare, recuperare antiche varietà di legumi e cereali “dalle elevate qualità nutritive e dal sapore unico”.

Ecco la storia del chicco nero: “E’ un cece molto particolare; di solito è rugoso ma abbiamo trovato una varietà liscia in Puglia, ne abbiamo poche unità e stiamo facendo il seme”, spiega Barbara che poi descrive i campi coltivati a grano turanicum, meglio conosciuto come Kamut: “Sono splendidi, con spighe altissime e color verde oliva intenso…”. Se le chiedi cosa prova quando li attraversa, lei sorride:

“Se hai un filo di sensibilità e resti in ascolto, le piante parlano”.

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