La magia di una notte di luna tra i filari delle vigne
Una teiera, una padella, un’aquila, un serpente, un drago. Il cielo di notte è affollatissimo.
Stelle, costellazioni, sole, luna, pianeti. Volta celeste… ma poi perchè proprio celeste? Perchè il sole è giallo mentre se al suo posto ci fosse stata Vega, il colore del cielo sarebbe stato violetto. Lorenzo, del Gruppo Astrofili di Arezzo ha una risposta per ogni quesito e spara tra le stelle, la sua “spada” laser per indicare i contorni dei disegni luminosi più esclusivi che affollano il cielo, mentre una virgola di luna fa capolino.
Naso all’insù, nella notte dei Calici di Stelle. Notte affascinante e appassionata, con lo skyline di una Cortona scintillante che “buca” l’oscurità con la sua luce unica.
La regola d’ingaggio è una sola: penombra, per non coprire lo scintillìo delle stelle, ancor più intenso in aperta campagna, lontano dalle frenesie del mondo accecato da fari potenti, lustrini e paillettes… Stasera tutto questo delirio è lontano e di scena è la meraviglia del Creato, spettacolo unico per chi sa vedere.
Le stelle sono protagoniste insieme ai Calici che tintinnano in gioiosi brindisi nel prato e tra i tavoli dell’Azienda Baldetti (alla Pietraia), rigorosamente illuminati dalla luce soffusa e intrigante delle candele.
Guardare su, in alto, nel cielo… per una volta, stasera si può.
Si deve.
Sguardo in alto per scoprire un altro mondo, infinito e infinitamente più grande di noi. Al suo cospetto siamo solo minuscoli e insignificanti puntini, microscopiche formiche che corrono da una parte all’altra come anime impazzite… E poi per cosa?
La risposta vera è nella meraviglia del cielo stellato e nei calici che tintinnano in gioiosi brindisi, dove girano i vini di Alfonso Baldetti: syrah (Crano), sangiovese (Marius, dedicato al padre Mario), un ruffianissimo rosè, Piet Rosè e un accattivante Chagrè (Chardonnay e Grechetto). Ma su tutti svetta sua maestà Metodo Classico Baldetti: champagne bien sur! E’ il mio preferito.
Nella penombra delle candele osservo il perlàge delle bollicine che salgono e scendono nel calice come in una danza. Finissime, quasi eteree… Profumo di pane appena sfornato, profumo di fragranza, profumo di vita. Girano le bollicine nel calice e con loro girano i miei pensieri.
Bambini elettrizzati inseguono le poche luci sparse tra il prato, i tavoli e la consolle del dj che mixa brani disco chiamando alla danza, scatenando la danza. Tutti in pista: li osservo mentre le mie bollicine continuano a girare nel calice, come gli anni, come il tempo già passato e quello che resta.
Il patron Alfonso Baldetti, schizza da una parte all’altra della tenuta affollatissima: ci sono qualcosa come cinquecento persone e il piazzale è un tappeto di macchine colorate. Controlla l’area panini con carne alla brace, per poi passare ai tavoli di degustazione senza dimenticare l’ospitalità che lo contraddistingue in un evento conviviale, pensato per condividere emozioni, gusto e parole. Finalmente!
Poco spazio per la luce biancastra dei telefonini: stasera si parla di Cassiopea, della stella polare, della costellazione dell’Orsa Maggiore e Minore, di Saturno e Giove, mentre i vini girano nei calici e la musica batte il ritmo della spensieratezza.
Tutto a un passo dai filari di vigne rigogliose dove l’uva sta rubando tutta l’energia che può al sole per farne scorta quando sarà tempo di vendemmia. La brezza della sera muove i pampini a un passo dalla festa che accende la notte di stelle e di calici. Cosa sussurreranno tra loro le barbatelle? E le stelle?