L’odore del Carnevale

A Foiano della Chiana (Arezzo) si viaggia nell’arte della cartapesta e nella magia del Carnevale più antico d’Italia.

L’odore del Carnevale ti circonda, come in un assedio. Non hai scampo. Lo incontri nell’attimo esatto in cui si aprono gli “uscioni” dei cantieri – ciascuno con la sua coreografia -, l’attimo in cui l’attesa è finita, l’attimo in cui le opere dei maestri cartapestai rompono l’isolamento durato un anno e si mostrano nella loro meraviglia. Non hai scampo, ci devi fare i conti con l’odore del Carnevale di Foiano che oggi celebra l’edizione numero 481. L’odore del Carnevale più antico d’Italia (dal 1539) è un mix di colla, carta, ferro, legno. Odore di adrenalina, sudore, fatica, gioia.

 

linkiostrovivo-magazine-carnevale-foiano-arezzo-toscana-cartapestaL’odore del Carnevale è una scia che marca una tradizione, riafferma un’identità

Accompagna i carri allegorici nel centro storico del paese dove Rustici, Azzurri, Bombolo e Nottambuli si giocano la gara, dove tutto è preparato nei minimi dettagli eppure terribilmente incerto nell’esito. C’è una giuria e il verdetto sarà ancora una volta impietoso, insindacabile, definitivo. L’odore del Carnevale ora è un’esplosione di emozioni, colori, immagini, momenti, musica, allegria: il sindaco Francesco Sonnati consegna la chiave di Foiano a Re Giocondo che regnerà per un mese sul paese della cartapesta.

E Carnevale sia!

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L’odore del Carnevale scivola sulla splendida Parata che apre la manifestazione e, come d’incanto, giocando sul filo della fantasia, ci porta in Oceania, terra di amicizia e solidarietà, traspozione di un mondo ideale dove, almeno per Carnevale, è possibile trasferirsi e “dimenticare” i guasti di tempi troppo veloci, superficiali, individualistici.
L’odore del Carnevale s’infila nel trombone della “Bandaccia” e rimbalza tra gli strumenti della gloriosa Filarmonica “Pietro Mascagni” che accompagnano Re Giocondo nella terra di Carnevalandi.

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Qui Re Giocondo consegna la chiave di Foiano al Re Giocondo dei piccoli che insieme a Zinfarosa, taglia il nastro del mondo dove i bambini sono protagonisti assoluti. Francesco tiene saldamente tra le mani le chiavi del suo reame (mentre Adele lo guarda sorridente) e al Re Giocondo dei grandi dice senza giri di parole: “Sono io il vero Re Giocondo!”.

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L’odore del Carnevale sale, cresce, e diventa prepotente: sa di patatite fritte, di zucchero filato, dei “cenci” di Carnevale (tipici dolci foianesi), di arrosticini e panini con la porchetta.
I maestri cartapestai sono pronti alla sfida: davanti ai carri confabulano, gesticolano, si capiscono a gesti per non far capire niente agli avversari che sbirciano cercando di intuire le loro smorfie. E’ un codice segreto e antichissimo che si tramanda di generazione in generazione e rende il Carnevale di Foiano unico, esclusivo.

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I carri sono gigantesche opere d’arte: i temi sviluppati sono intriganti e come sempre, tra metafora e simbolismi, raccontano la realtà come è e come dovrebbe essere. Dettagli straordinari che testimoniano un livello di tecnica e creatività davvero incredibili, evoluzione di un’arte vera; cura in ogni piega della cartapesta con un impatto visivo imponente, stupefacente. Il ritmo dei colori su ogni carro accende la festa. Re Giocondo apre le danze. E Carnevale sia!

 

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