Tra cielo e terra

Sospesi tra cielo e terra. In bilico e indifesi: è il vento che comanda, dirige, orienta, spinge, traccia la rotta.

Alba sulla Valdichiana

Il silenzio, totale, è il canovaccio su cui srotolare i pensieri e fissare le emozioni. Da quassù. Il sole sbuca dai profili blu cobalto della Val di Chio, accende la torre del Cassero e la foschia, leggera come un lenzuolo posato su case e campi, si dilegua. Da quassù cambia tutto. Non sei tu al centro del mondo, ma sei parte, una minuscola parte, di mondo. Sei come quel quadrato di grano che comincia a imbiondire laggiù, una stradina bianca coi cipressi per sentinella o la conca del lago Trasimeno dove si tuffa il cielo. Sei una piccolissima parte di un tutto, immenso e di indescrivibile bellezza.

Da quassù le parole non servono: a parlare sono gli occhi che osservano e rimandano sensazioni uniche, catturano i dettagli di un paesaggio storico, antico, il granaio d’Etruria coi mulini della Val di Chio, vanno a caccia di ogni sfumatura di colore, variazione di tonalità, dalla terra all’acqua ai boschi.

Da quassù, è una meraviglia

E’ il vento che comanda e se di colpo sparisce, resti sospeso, in stallo, non sai cosa succederà, un po’ come in certe prove della vita. Se ti muovi, la cesta si muove, dondola e senti vibrazioni sotto i piedi. La stabilità che dà certezze è rimasta a terra, qui non c’è, qui galleggi nel vuoto. Ma hai tanto per stare bene: hai la prospettiva, l’orizzonte, la vastità di ciò che si apre davanti a te e ti circonda, mentre la cesta “gioca” col vento che la gira su se stessa, come in una giostra.

All’improvviso, dalle bocche del bruciatore, si sprigionano due potenti lingue di fuoco che gonfiano il pallone aerostatico e guadagnano metri in quota: la mongolfiera sale, lentamente. Ora siamo a oltre mille metri e da quassù vivo altre sensazioni, nuove dimensioni, scopro e respiro. Il volo in mongolfiera è un’esperienza che ne contiene molte altre, come in una matrioska. E’ la metafora della vita: il fuoco è la benzina che spari nel serbatoio dei tuoi anni giovani e un po’ ribelli; sali, sali, sempre più in alto, verso mete e ambizioni da soddisfare. Poi, all’improvviso, il vento che sospinge l’ascesa se ne va e resti a galleggiare, pensando a come non cadere, a salvarti, rimodulando il cammino e cambiando direzione. E’ l’adrenalina dell’esplorazione più autentica, quella fatta di cielo, vento, terra, silenzio.

Da quassù la Valdichiana è maestosa, imponente, coi paesi arrampicati sui declivi a marcare territori e identità

Castiglion Fiorentino, poi il colle dal quale Cortona domina la valle e di fronte Lucignano e Monte San Savino, fino all’estremo lembo dove svetta Foiano, ultimo avamposto aretino a un passo dalla terra di Siena.

E’ la storia che si legge dall’alto e mostra il disegno dell’uomo sul paesaggio, talvolta perfetto come il quadro di un artista, talvolta pessimo come opere rimaste “cattedrali nel deserto” in attesa che qualche mano sapiente rimetta mano a quel disegno malfatto.

E’ la storia che si può leggere a ritroso mentre la mongolfiera cerca la corrente ascensionale per un’altra scalata al cielo: guardo la mia Valdichiana e penso agli etruschi che qui hanno portato la syrah e lasciato tracce potenti di una civiltà evoluta ed erudita; un salto in avanti al Rinascimento coi Medici e la stagione dell’arte e della cultura, le botteghe robbiane e la musica, poi la bonifica della palude e la nuova stagione dello sviluppo.

Piego lo sguardo su uno scorcio mozzafiato

, tra i tetti di Castiglioni e l’austera torre medievale: immagino il fragore delle bombe sganciate come fossero volantini pubblicitari sulle spiagge della riviera romagnola, vedo le macerie a Porta Romana, le file dei carrarmati tedeschi, i roghi nelle aie contadine, i muri schizzati di sangue e i corpi a terra, uno sull’altro, senza più nome e dignità.

La mongolfiera concede un altro giro su se stessa ed è un brivido indescrivibile perché tutta la bellezza si mostra a trecentosessanta gradi e mi arriva addosso prorompente, stupefacente. Non è solo un giro in mongolfiera proposto nel cartellone dell’estate della ripartenza a Castiglion Fiorentino: è un’esperienza da vivere fino in fondo, col brivido e l’entusiasmo della scoperta. Un’esplorazione dall’alto dentro le radici, l’identità, il senso di appartenenza.

Un viaggio alternativo per staccarsi da terra e guardare al cielo, dove non esistono distanze e limiti. Da quassù, è libertà. Pura.

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here