Gli Angeli del fango oggi combattono il fuoco

La sfida dei volontari Vab, “sentinelle” dell’ambiente

Da Angeli del fango ad Angeli dell’ambiente. Il filo collega molte storie di uomini e donne, due modelli di ‘servizio’ alla comunità: il primo a Firenze nel dramma dell’alluvione del 1966, il secondo a Castiglion Fiorentino negli interventi per domare un incendio o aiutare le persone durante un alluvione o un terremoto: così da trent’anni. Quegli Angeli oggi sono “sentinelle” del territorio e animano l’associazione nata nel 1975 a Firenze, proprio da un gruppo di volontari che ripulirono la città del Giglio. Subito dopo quell’esperienza, l’azione di volontariato si estese alla vigilanza sugli incendi boschivi e, successivamente, a compiti di Protezione Civile. A Castiglioni Vab opera dal 1992 (già alcuni anni prima, sotto altre forme) come sezione territoriale dell’associazione fiorentina che solo in Toscana ne vanta 48, con duemila volontari e duecento mezzi attrezzati.

 

Siamo tutti volontari puri, cioè non prendiamo neppure un gettone di presenza o un rimborso spese: operiamo per consegnare ai nostri figli l’ambiente ricevuto dai nostri padri”, spiega Alessandro Pierozzi, coordinatore dal 2000 della sezione Vab castiglionese, che rivendica un altro dato: “Siamo una delle associazioni di cui si compone la colonna mobile di Protezione Civile della Regione Toscana”. Il che vuol dire pronto intervento in ogni angolo d’Italia in caso di calamità naturali: “Siamo intervenuti in tutti i terremoti, dal primo evento drammatico di Colfiorito nel 1997 a quello più recente di Amatrice. Avevamo il campo base Vab nella frazione di Muccia, rasa al suolo dal sisma, e lì abbiamo operato per tre mesi sostenendo la popolazione nelle necessità quotidiane: è stata un’esperienza molto significativa ed emotivamente importante”. Legami che si creano e resistono nel tempo: “Sono nate belle amicizie, siamo in contatto e molti di noi fanno parte delle associazioni o circoli castiglionesi che hanno portato aiuti ai terremotati umbri e marchigiani”, aggiunge Alessandro che ricorda quando nell’85, già si dedicava alla vigilanza antincendi (per lui iniziata nel 1978 con l’allora Comunità Montana) insieme ad altri volontari : “In quegli anni non avevamo mezzi attrezzati ma solo badili, zappe, pompe a spalla e frasche…”. Da quel nucleo di volontari è nata la Vab castiglionese che oggi conta ottanta volontari, cinque mezzi attrezzati in dotazione, di cui uno “polifunzionale: nel periodo estivo viene impiegato negli incendi, in inverno per operazioni di Protezione civile, anche se è capitato di dover spengere roghi perfino con la neve”, sottolinea Alessandro. La tempestività dell’intervento è fondamentale “perchè se entri in azione nei primi venti minuti, riesci a gestire l’incendio, altrimenti diventa tutto complicato”.

L’esperienza più incredibile che ha vissuto è stata lo scorso anno “sull’Amiata dove sono andati in fumo 600-700 ettari di bosco: ti ritrovi a operare al centro di un territorio completamente devastato dalle fiamme e non ne vedi la fine”. Aggiunge che il novanta per cento dei roghi sono “dovuti all’incuria dell’uomo” e che per “riavere un albero distrutto dalle fiamme esattamente uguale a come era prima, servono dai 20 ai 30 anni”. Per questo la Vab è molto attiva anche sul versante della prevenzione con incontri nelle scuole e nei Circoli. Motivo d’orgoglio è la presenza di giovani e donne all’interno dell’associazione che tra le molteplici funzioni ha anche il Servizio Civile.

Infine, c’è un progetto importante: “Entro l’anno avremo la nostra sede che ci consentirà un’operatività più strutturata ed efficiente, anche sul piano della formazione dei volontari. Chi ama l’ambiente e vuole dare il proprio contributo per salvaguardarlo, è benvenuto nella nostra squadra”. L’immagine più bella che racchiude il senso dell’impegno per il territorio sta in una foto che ritrae la torretta Vab nel punto più alto della Val di Chio con un volontario intento a scrutare ogni centimetro quadrato di vegetazione. E quando chiedo ad Alessandro “perchè lo fai?”, lui non ha esitazioni: “Per salvaguardare il nostro territorio e per dare una mano a chi ha bisogno”.

Pubblicato nel magazine La Voce dei Castiglionesi 

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