La Casa a Teatro

Viaggio nella "pancia" del Verdi che celebra i venti anni dalla riapertura

A Monte San Savino c’è un ‘gioiello’ datato 1765 che oggi celebra venti anni dalla riapertura e svela il suo fascino

Franca conta novanta primavere nel bouquet che le “Amiche Godereccie” le consegnano dedicandole una poesia in rima. Franca è raggiante, è lei la “più giovane” abbonata: da oltre dieci anni non si perde il momento in cui il sipario si alza sulle storie del mondo e degli uomini.

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Viene da Arezzo, una vita professionale al Manicomio provinciale, sempre col sorriso e l’entusiasmo dell’esserci. Come oggi, che i capelli tagliati alla francese sono bianco latte e lo sguardo simile a quello di una bimba curiosa e appassionata

D’inverno Franca va all’Università, in estate solca i mari a bordo di navi da crociera

Col bouquet in mano e gli applausi della platea, Franca è emozionata e non vede l’ora di abbracciare Amanda Sandrelli, sua attrice preferita e direttore artistico del Teatro Verdi di Monte San Savino insieme al poliedrico Luca Baldini di Officine della Cultura.
Franca aspetta Amanda al Teatro di Monte San Savino che apre foyer e palcoscenico all nuova stagione celebrando un traguardo prezioso: venti anni dalla riapertura dopo l’imponente operazione di restauro voluta dall’allora sindaco Marco Meacci.

Una vera e propria rinascita per tutti. La comunità di Monte San Savino ha riscoperto la propria identità attorno a un “gioiello” di architettura, costruito nel 1765 e unico nel suo genere a cominciare dalla forma ovata (presente solo nel Teatro di Anghiari) e dal fatto che è nato come teatro e cinema, con palcoscenico e impianto acustico perfetto anche per fare musica. Dettagli che l’architetto Roberto Verdelli declina ripercorrendo le fasi del restauro curato insieme al geometra Gianluca Quinti.

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E’ un luogo vivo e vissuto il Teatro Verdi, a due passi dall’antico ghetto della comunità ebraica che qui ha piantato radici profonde. Il sindaco Margherita Scarpellini richiama l’aspetto con orgoglio e forza:

La comunuità sanivese si ritrova in questo luogo per condividere emozioni, riflessioni, crescita culturale

ed ha per questo teatro un tale amore, da sentirlo come la propria casa. Ringrazio Officine della Cultura che si occupano del cartellone e degli eventi; anche per loro il Verdi è diventata una casa, oltre ad essere un’importante residenza teatrale a livello regionale”.

Un primato tutto savinese: il Verdi è riconosciuto dalla Regione Toscana come laboratorio permanente per giovani compagnie teatrali che qui possono sperimentare tutte le fasi della messa in scena. Insieme al Comune e a Officine, l’impegno attorno alla crescita del Verdi coinvolge anche Fondazione Toscana Spettacolo Onlus (presente alla cerimonia del ventennale Patrizia Coletta) e Monte Servizi, azienda speciale partecipata dal Comune che gestisce la struttura (il presidente Marzia Serrai spiega percorso e prospettive).

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Tredici palchetti per ciascuno dei tre ordini, anche se la numerazione si ferma al 12 seguendo la tradizione scaramantica del mondo dello spettacolo; la Compagnia dei Rinnovati e Concordi si è presa cura del Verdi per 175 anni, tra ‘800 e ‘900.
Suggestivo il percorso che dai camerini (arredati secondo il concetto di design dove due giovani musicisti accolgono i visitatori in un duetto per violino e flauto) conduce alla sommità del teatro, un sotto-tetto dove, per l’occasione, gli artisti delle Officine propongono una performance teatrale.

Seguo il percorso nella “pancia” del Teatro e mi sembra di camminare nella sua lunga storia respirandone suggestini, voci e volti perchè se sai ascoltare, ogni luogo racconta di sé.

La stagione teatrale appena aperta punta decisamente sulle donne e su un trio di artiste molto amate: Vanessa Gravina, Chiara Francini e Daniela Morozzi. Ma sul palcoscenico salirà anche il “raccontastorie più popolare del momento”: Stefano Massini. Piccola anticipazione di un cartellone ricco e interessante.

Inauguriamo una stagione storica in cui festeggeremo i venti anni dalla riapertura del Teatro Verdi e la ventesima stagione a cura di Officine della Cultura.

In questi anni siamo riusciti a sviluppare un percorso importante di crescita per questo spazio che è la nostra residenza, tanto che al di là della stagione teatrale, e dell’incontro coi protagonisti della scena attuale, il palcoscenico del Verdi è vissuto tutto l’anno da giovani compagnie che qui danno vita e materia teatrale ai loro sogni iniziando il percorso nel professionismo. E di questo siamo particolarmente orgogliosi”, sottolinea Massimo Ferri, presidente di Officine della Cultura.

Celebrare i venti anni della nuova vita del Verdi è una vera festa a Teatro. Ma è solo l’inizio….

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