“Il vino più bello del mondo è in Val d’Orcia”

Una donna coraggiosa che ha "creato" una Doc e comunica la cultura del vino

In Toscana c’è una Doc che ha l’export sotto casa

Conversazione con Donatella Cinelli Colombini, Wine Lady al timone del Consorzio Vino Orcia  e ambasciatrice nel mondo della cultura del vino

L’altopiano apre lo sguardo alla magia della Val d’Orcia, senza lesinare le suggestioni delle Crete Senesi. Dinanzi a tanta meraviglia, il respiro resta in gola, per un attimo.
Il sole di fine estate picchia ancora forte sulle vigne che se ne stanno lì, beate, ad assorbire tutta l’energia e il calore che serve ai chicchi d’Orcia, l’intraprendente Doc che sta scalando il gradimento di winelovers e operatori del settore, non solo in Italia.

Alla Fattoria del Colle , a Trequanda, il gioco tra luci e ombre che si allungano, quasi rincorrendosi in tagli di chiaro-scuro, e come lame affettano il blu cobalto del cielo, è il passepartout per vivere emozioni intense. E’ tutto pronto perchè oggi è un giorno speciale: un’occasione d’incontro con le persone che da ogni parte del mondo hanno scelto questo angolo di Paradiso per fare casa e cambiare vita.

Il fil rouge del conoscersi è non solo il vino Orcia, ma la cultura del vino di cui Donatella Cinelli Colombini è ambasciatrice instancabile, in Italia e nel mondo. E’ la Wine Lady che diciannove anni fa ha intuito le potenzialità dell’Orcia, ci ha creduto e ha costruito le fondamenta sulle quali nel 2000 è nato il Consorzio del Vino Orcia di cui è presidente. Una realtà fatta da una quarantina di cantine (dodici i Comuni compresi nella denominazione) che hanno intrapreso o ripreso l’attività.

linkiostrovivo-magazine-cinelli-coombini-orcia-vino-toscana-sangioveseInsieme al marito Carlo e la figlia Violante – alias la Cinelli Colombini jr, – l’inseparabile Felix (Golden Retriver e disinvolto padrone di casa), le “sue” donne del vino, Donatella accoglie gli ospiti nel bosco della tenuta per un aperitivo di benvenuto che prepara il terreno a una divertente caccia al tesoro negli ambienti della Fattoria, giocata sul mood social. Vince chi scatta la foto più originale durante il tour-sfida che impegna i concorrenti suddivisi in squadre. Premio in palio? Orcia Doc e Orcia Riserva della Fattoria del Colle, of corse!

Donatella, chi sono i suoi ospiti-amici e perchè questa iniziativa?
E’ l’occasione per trascorrere alcune ore insieme agli amici che vivono qui ma non sono originari di Trequanda. Questa è una zona prediletta dai belgi; ci sono numerose famiglie di origine belga che hanno comperato casa e scelto di vivere tra queste colline; a differenza delle Crete Senesi dove è prevalente la presenza dei tedeschi e il Chianti tradizionalmente preferito dagli inglesi, mentre Cortona si conferma zona a forte presenza americana”.

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Qual è lo stato dell’arte della Doc Orcia e la proiezione per la prossima stagione?
La caratteristica più visibile e che colpisce di più, è l’aumento qualitativo che è stato velocissimo e continua ancora oggi. Ci sono molti investimenti, sopratutto italiani, e in questo momento il progetto principale in cantiere, è cofinanziato dalla Regione Toscana e dall’Europa all’interno di un progetto Pif. E’ costituito da cantinette, ovvero armadi climatizzati con all’interno i vini Orcia e all’esterno display che mostrano il territorio, fanno capire che la nostra zona è fatta di cantine, paesaggi, piatti tipici, città d’arte e introducono la persona in questo mix di gastronomia, cultura, storia e agricoltura. Su ogni cantinetta, campeggia la frase-slogan “Sei nel territorio del vino più bello del mondo, bevilo!”. Le cantinette saranno collocate in ristoranti ed enoteche dell’area di produzione, mentre nei centri commerciali sarà allestita una sorta di piramide sormontata dai cipressini della Val d’Orcia con esposti i vini delle cantine che vendono nella grande distribuzione. L’obiettivo è trasformare le persone che arrivano nel territorio dell’Orcia da turisti in consumatori, perchè la Doc Orcia è una delle poche denominazioni che ha l’export sotto casa”.

In che senso?
Noi abbiamo ogni anno un milione di presenze turistiche, un milione di escursionisti sopratutto esteri, in particolare winelovers. Desideriamo dialogare con queste persone che già cominciano a capire che qui non ci sono solo paesaggi, città d’arte e buona gastronomia, ma c’è anche un vino specifico della zona”.

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In quel “bevilo!” c’è il segreto di questo vino. Cosa ha di speciale? Come racconterebbe l’Orcia a chi non conosce ancora questi luoghi?
Bisogna partire dal presupposto che l’area è quella dei grandi vini rossi da invecchiamento, perchè l’Orcia è incuneata tra il Brunello e il Nobile, quindi ha come vino predominante il Sangiovese e come caratteristica prevalente quella di essere adatta all’invecchiamento L’Orcia è su alte colline, una zona dove prima non si produceva vino perchè si manifestavano gelate primaverili, quindi è un’area ad altissima vocazione per i vini rossi ma nuova rispetto ad altre denominazioni e questo fa sì che vi sia una sperimentazione maggiore rispetto a un Nobile o a un Brunello”.

C’è molta escursione termica nel territorio della Doc?
Sì, elemento caratterizzante dei vini è la freschezza che è un indice chiarissimo di capacità di invecchiamento perchè c’è un buon rapporto tra frutto, ph e acidità”.

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Qual è il complimento più gradito che ha ricevuto sull’Orcia?
“La cosa che riempie di enstusiamo e forza è partecipare alle degustazioni dei tecnici, degli esperti, ad esempio l’Associazione Sommelier. I miei colleghi arrivano un po’ timorosi ma mentre raccontando il vino e gli esperti che sanno bere e capire cosa bevono lo degustano, si rendono conto che proprio i tecnici restano sbalorditi dalla qualità del vino, dal messaggio che comunica. Questo ti dà una forza enorme”.

Orcia è una Doc giovane, ha solo 19 anni, ma sta collezionando affermazioni importanti…
(sorride fiera, nda) Beh… adesso tutti ci credono”.

Qual è stata la svolta?
Non ritengo ci sia stato un momento di svolta; certamente ci sono stati tanti piccoli scalini saliti in gruppo. Qui non esiste, come invece accade in altre denominazioni, un capofila che trascina gli altri. Noi abbiamo fatto un lavoro di gruppo”.

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Come è nata la sua intuizione sulle potenzialità dell’Orcia?
Quando mio padre mi consegnò questa azienda, ero abbastanza preoccupata per le tante cose da fare. Quando mi chiesero di diventare presidente del Consorzio c’erano molte speranze ma poca organizzazione: non avevamo una segreteria stabile, un ufficio aperto, un programma di attività consolidato. Piano piano, lavorando insieme agli altri, mi rendevo conto che mi seguivano con fiducia e presi coraggio. Determinante è stato il fatto che la Regione Toscana ha creduto nel nostro progetto e lo ha sostenuto”.

Cosa prova quando gira nel calice un dito del suo Cenerentola, magari al tramonto in questo bosco che abbraccia la Fattoria?
Un po’ mi emoziono pensando che sembra un sogno. Sembra quasi impossibile aver visto l’escalation di questo vino che all’inizio faceva fatica perchè quando siamo partiti non riuscivamo a mettere le vigne in equilibrio; avevamo difficoltà a capire come volevano essere cimate; poi passo dopo passo, abbiamo imparato a capire come vinificarle, come invecchiarle. Alla fine, siamo arrivati sopra la linea invisibile dei 90 centesimi (punteggio assegnato al vino da un giurì di esperti) sulle riviste internazionali specializzate. Questo traguardo non solo riempie di gioia ma è un sogno che si è avverato”.

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