Tutto in una goccia

Un centimetro ogni cento anni. Goccia dopo goccia, acqua e pietra. Un cuore che pulsa vita nel ventre della montagna: cunicoli millenari, antri, dislivelli, sentieri attraversati e scolpiti dall’acqua, cascate rivoli e ruscelli. Fuori l’acqua scorre in superficie e ‘dipinge’ le pareti rocciose di un verde smeraldo tra conifere e rampicanti; dentro si incunea, scava, modella, delinea, decide. E’ l’acqua che scandisce il tempo in una dimensione senza tempo, dove un secolo è uguale a un minuto nel mondo che sta fuori di qui. Lento, paziente, ma inesorabile: lo scorrere di un fiume carsico che dentro il ventre della montagna torna alla luce è l’unica regola che sta nella logica del fenomeno dell’erosione e corrosione. Grotte di Stiffe, San Demetrio ne’ Vestini, Abruzzo: naso all’insù per ammirare lo spettacolo della natura, comprendere le sue leggi e osservarne gli effetti. In una torrida domenica di agosto, qui nel ventre della montagna – comprensorio del parco naturale del Sirente-Velino – la temperatura è costante: 10 gradi tutto l’anno. Refrigerio e stupore, con gli occhi che rincorrono stalattiti e stalagmiti, manufatti austeri, come sculture uscite dalla mano di un artista. In un punto del percorso c’è un’autentica rarità: una stalagmite sta per unirsi a una stalattite, mancano ancora due centimetri ed il gioco è fatto, ma qui due centimetri significano duecento anni. Si resta rapiti di fronte alla bellezza, la forza e l’imponenza delle cascate che ‘accendono’ le rocce regalando effetti multicolori.

Nel ventre della montagna è l’acqua la musica, il ritmo che scandisce il giorno dopo giorno, solo apparentemente sempre uguale. La guida che accompagna il gruppo di visitatori ripete il solito refrain senza neanche troppo entusiasmo, ma io che osservo tutta questa meraviglia, sono attraversata da mille emozioni e sensazioni. Mi domando quanta vita ci sia tra le pieghe di queste rocce millenarie, immagino il percorso dell’acqua che prende origine dall’altopiano delle Rocche (nell’area tra Rocca di Cambio e Rocca di Mezzo) e sparisce nel terreno attraverso gli ‘inghiottitoi’, respiro la purezza di un ambiente quasi incontaminato e ancora per lunghi tratti inesplorato. E sento la vita che come quest’acqua cristallina, scorre nelle mie vene.

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